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Arti, democrazia

La democrazia partecipativa, ovviamente.

La democrazia è: prendere decisioni insieme.

E, naturalmente, prepararle insieme e metterle in atto insieme le decisioni.

La società è composta da un gran numero di temi. È un oggetto complesso.

Prendere una decisione su un argomento ignorando gli altri (o talvolta solo alcuni) porta a delle incongruenze.

Diamo un'occhiata a un possibile approccio che equilibri democrazia partecipativa e coerenza.

Per ogni tema, definiamo approssimativamente quattro popolazioni:

Esperti, intenditori, appassionati. Assumiamo che insieme risolvano i loro conflitti di tendenze, definizioni e obiettivi. E che, in assenza di un accordo globale, sono in grado di far coesistere teorie, ipotesi e spiegazioni divergenti.

persone interessate, ma che non hanno abbastanza tempo per dedicarvi lunghe riflessioni.

persone che non ne sanno nulla e non vogliono interessarsene.

persone loquaci, tuttologi, scopritori dell’acqua calda, complottisti, pazzi, ecc.

Alla popolazione di "esperti, intenditori, appassionati" spetta la definizione dell’abc del tema, della sintesi progressiva della discussione e di tutta la documentazione.

Gli "interessati" possono pungolare, con il loro contributo critico, gli esperti, gli intenditori e gli appassionati, a verificare la qualità della loro comunicazione nei confronti della società.

Certe reazioni della popolazione "rumorosa" (l'ultima categoria) possono consentire alla popolazione di "esperti, intenditori, appassionati" di rimuovere ogni ambiguità, fonte di subdole accuse.

Infine, i sostenitori di altri temi possono intervenire in polemica o in collaborazione su questo tema.

Se un tema diventa un potenziale consumatore di risorse energetiche, i suoi progetti vengono sottoposti a referendum.
Questo tema viene poi integrato nel “calendario” delle scelte politiche (oggetti del referendum).
Da qui la necessità sopra descritta per la popolazione di "esperti, intenditori, appassionati" di mantenere diversi livelli di sintesi. Alcuni si riferiscono a problemi interni al tema e altri in connessione con le ripercussioni di altri temi, quando questo è il caso.
Così il cittadino ha accesso alle informazioni del livello di sintesi (più o meno dettagliato) su cui vuole investire.
Sceglie se votare o meno.

Le scelte non intervengono una volta per tutte (ad esempio 20 anni prima della fine di un progetto), ma lungo tutto il progetto quando ci sono forti evoluzioni nella conoscenza del progetto.
Un cittadino può non votare, ma votare in seguito se acquisisce convinzioni che lo portano a partecipare ai referendum.

Lo Stato è davvero l’insieme di tutti i cittadini.
Non ci sono più strutture o funzioni che rappresentano lo stato. Ognuno agisce in nome dello Stato e quindi si assume le colpe del collettivo "è anche colpa mia, se non ho reagito con sufficiente convinzione, se mi sono lasciato ingannare troppo facilmente dalle promesse".
Allo stesso modo di quando si è svolto male un lavoro per scarsa attenzione o fretta di raggiungere il risultato.
Il riconoscimento della colpa non è inteso ad avviare un'azione di autoflagellazione. Ma è il primo passo necessario per non perseverare nell'errore. Da lì è necessaria la ricerca di possibile correzione per completare l'azione onde ottenere il risultato inizialmente desiderato; ma se risulta impossibile, riflettiamo sulla base di questa nuova osservazione.


stella